Inps: continuano le vessazioni contro i pensionati, dal mancato invio del Cud all’incertezza sulla quattordicesima mensilità, alle inutili lettere di richiesta di dati già in possesso dell’amministrazione pubblica fino ai tempi interminabili per le pensioni di invalidità civile. Per lo Spi-Cgil si tratta di odiose vessazioni dell’Inps a danno dei pensionati che dimostra scarsa attenzione e considerazione verso la popolazione anziana costretta continuamente a dipendere dalle decisioni unilaterali dell’istituto previdenziale.
“L’Inps – aggiunge la Segreteria dello Spi-Cgil di Imola – continua ad inviare lettere di richiesta di documentazione già in suo possesso o che potrebbe acquisire da altre pubbliche amministrazioni, costringendo persone anziane, spesso ultra ottantenni, a rivolgersi alle sedi sindacali, ai Caaf, ai Patronati, con code interminabili per ottenere informazioni che l’Inps stessa dovrebbe dare. Per di più, paradossalmente, capita che le comunicazioni dell’Ente previdenziale siano non corrette. E’ il caso della richiesta di compilazione del Red e della dichiarazione per gli invalidi civili. Nella lettere l’Inps indica erroneamente come scadenza il 31 luglio, quando invece è già stata stabilita la proroga al 31 ottobre. Un’informazione sbagliata che ha allarmato i pensionati visto i tempi ristretti indicati”. Ma per il sindacato pensionati della Cgil questa è solo l’ultima vessazione da parte dell’Inps in ordine di tempo. Cosa dire dei ritardi nella corresponsione della pensione agli invalidi civili che, per stessa ammissione della sede regionale Inps, dalla data della domanda, viene liquidata con un tempo medio di 253 giorni per l’invalidità civile, di 313 giorni per la cecità, e di 370 giorni, oltre un anno nei casi di sordità. Va poi ricordato il mancato invio a domicilio da parte dell’’Inps del Cud e dell’’Obis M (la busta paga del pensionato), che permette di controllare la regolarità degli importi percepiti. “L’Inps – sostiene lo Spi-Cgil – sta venendo meno al proprio ruolo istituzionale che è anche quello di fornire non solo per via telematica, ma anche con modalità dirette, assistenza e informazioni certe ai pensionati e pensionate rispetto alle prestazioni pensionistiche ed assistenziali. Non si può, “per esigenze di risparmio”, scaricare servizi indispensabili riversandoli su sindacati e patronati sindacali: sarebbe interessante che l’Inps rendesse pubblici i “risparmi” reali di tutte queste operazioni, se non altro per capire quanto vale il disagio procurato alle persone anziane. Nel frattempo, mentre si tagliano servizi, il Presidente dell’Istituto continua a percepire uno stipendio d’oro che, da solo vale quanto il reddito di qualche centinaio di pensionati. Ma, com’è noto, le retribuzioni dei grand commis di Stato non si toccano!”