Quando chiude un luogo di aggregazione importante come il Centro giovanile Ca’ Vaina di Imola, la ricaduta è sempre negativa: per la socialità, per i servizi, per gli eventi e, non ultima, per quel che riguarda l’occupazione.
La gestione del Centro giovanile, a cura della cooperativa Sociale Seacoop, era infatti garantita dalla presenza di 9 persone, 7 delle quali con contratti di tipo subordinato e 2 con contratti libero professionali, che in tutti questi anni hanno messo in campo la propria professionalità al servizio del Centro. Una professionalità non si ricostruisce dall’oggi al domani. Attualmente le incertezze che ruotano attorno ai contratti di lavoro delle operatrici e degli operatori sono veramente tante.
È doveroso premettere che la cooperativa Seacoop si è attivata, sin dallo scadere della gestione del 31/12/2018 e durante il periodo delle due proroghe, per incontrare i lavoratori e valutare insieme eventuali possibilità di ricollocamento all’interno dei servizi stessi della cooperativa. La richiesta di Funzione pubblica Cgil Imola a livello sindacale è principalmente quella di attivare un confronto con il Comune di Imola finalizzato al riassorbimento di quel personale in caso di gestione del centro da parte di altri soggetti mantenendo attivo un dialogo con Seacoop.
Gli operatori sono coloro che hanno permesso la realizzazione di rassegne musicali (eventi organizzati direttamente, in collaborazione o ospitati), la fruizione delle sale prove e hanno costruito sinergie importanti con le associazioni del territorio. Inoltre, hanno erogato servizi verso utenti singoli attraverso i servizi dell’Infogiovani: fornendo ausilio alla compilazione del curriculum vitae (circa 10-15 curriculum a settimana), orientamento al mercato del lavoro e nella formazione professionale, distribuzione delle Younger Card, dove Ca’ Vaina era l’unico punto di erogazione in tutto il circondario.
Nei mesi trascorsi, ancor prima delle dimissioni della Sindaca, l’Amministrazione di Imola ha operato senza informare la cooperativa e gli utenti della sua volontà di chiudere i servizi. La mancata comunicazione sarà forse stata frutto di altri intendimenti, ma non c’è stata alcuna valutazione sulle ricadute che questi ritardi avrebbero provocato su chi lavorava quotidianamente lì.
Dovendo gestire una situazione di crisi che ricade su un gruppo di lavoro si ha la possibilità di ripercorrere la storia di ciò che è successo e molto spesso, come in questo caso, emerge l’amara considerazione che c’era tutto il tempo per procedere in altre direzioni, ma così non è stato. Come sempre le ricadute sono su coloro che subiscono le decisioni prese da altri e sulle quali non vi sono state informazioni adeguate.
Ora si tratta di lavorare alla tutela di queste lavoratrici e lavoratori cercando con i soggetti interessati tutte le soluzioni possibili per garantire reddito e il mantenimento della professionalità con l’auspicio che il Centro giovanile riaprirà presto.
Maurizio Serra
Funzione Pubblica Cgil Imola