Le parole del segretario imolese del PD imolese, Marco Raccagna, non ci sorprendono poiché confermano solamente ciò che la Fiom denuncia da tempo: le lavoratrici e i lavoratori, i giovani, i disoccupati, i pensionati non hanno più una rappresentanza in Parlamento! Non l’avevano prima con il Governo Berlusconi ed i così detti Governi tecnici e non ce l’hanno oggi con quello “amico” del PD.
Raccagna non entra nel merito delle misure concrete previste dal Jobs Act per chi lavora o il lavoro lo ha perso o lo troverà a breve, ma esprime solamente il proprio giudizio, largamente favorevole, a quei provvedimenti. Noi nel merito del Jobs Act ci entriamo e lo facciamo pubblicamente, nelle tre assemblee promosse dalla Fiom sul territorio di Imola e di Castel San Pietro, poiché la cancellazione nei fatti dello Statuto dei Lavoratori e di buona parte del Diritto del lavoro, definiti odiosi privilegi da Raccagna, la vogliamo spiegare e discutere con le persone e non a suon di articoli sui giornali. Tuttavia, se esistono valutazioni opposte in merito ai provvedimenti di Renzi e del conterraneo Poletti in materia di lavoro, è perchè evidentemente rappresentiamo interessi diversi.
In effetti se andiamo a leggere ciò che prescrisse la BCE all’Italia nella lettera del 5 agosto del 2011 e il documento di Confindustria “Proposte per il mercato del lavoro e per la contrattazione” del maggio 2014, ci accorgiamo che i provvedimenti del Governo, votati dal PD, sono tutt’altro che originali. Semplicemente sono l’applicazione delle prescrizioni di BCE e Confindustria i quali, a diverso titolo, propongono né più e né meno, una politica di austerità e liberista che acuisce, consolida ed estende le diseguaglianze sociali che sono sempre più sotto gli occhi di tutti.
Ecco, la diversità di punti di vista sta in questo, che il PD ha realizzato i sogni di Confindustria, a detta dello stesso Squinzi, riservando a noi gli incubi, poiché il Jobs Act toglie diritti e dignità a chi lavora, tutele a chi il lavoro lo ha perso, una prospettiva di vita a chi il lavoro lo cerca, e sono proprio tutte queste persone in carne ed ossa che noi come Fiom, in solitudine completa, cerchiamo di rappresentare.
Riguardo l’ottimismo con cui Raccagna ci invita a guardare al presente e al futuro ci chiediamo a che cosa si riferisca esattamente, visto che lo stesso Squinzi, alla domanda se le nuove misure adottate dal Governo porteranno un aumento dell’occupazione, ha risposto del tutto logicamente che “le assunzioni si fanno quando c’è una richiesta del mercato”. Specifichiamo anche che i dati forniti da Raccagna sull’occupazione non sono pertinenti poiché antecedenti all’entrata in vigore dei primi due provvedimenti del Jobs Act datati 3 Marzo. Deduciamo quindi che, se le aziende avranno bisogno di assumere lo faranno a prescindere dal Jobs Act e lo faranno certamente con il nuovo tipo di contratto poiché risparmieranno fino a 24.000 euro in tre anni e licenziare gli costerà 2 mensilità per ogni anno di anzianità aziendale.
Riguardo poi la minaccia da parte di Raccagna che i rapporti tra il PD imolese e la Fiom territoriale cambieranno se quest’ultima si allineerà al proprio segretario generale Maurizio Landini, rispondiamo che sia la Fiom che le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici imolesi avranno un altro rompicapo, capire la differenza tra il “prima” e il “dopo”. Facciamo inoltre notare che la “coalizione sociale” non è una voglia di Maurizio Landini, come la definisce Raccagna, ma una decisione discussa e presa da tutta l’organizzazione a partire dall’assemblea nazionale tenutasi a Cervia il 27 settembre 2014. Capiamo ancora una volta l’astio di Raccagna poiché porsi su un terreno di allargamento del fronte contro le politiche liberiste di Renzi, a partire dalla propria specificità sindacale, evidentemente preoccupa il PD, dunque ancora una volta la FIOM l’ha vista giusta!
Maurizio Landini e tutti noi della Fiom siamo quello che facciamo, tutti i giorni mettendoci la faccia con passione e coerenza, dentro e fuori le fabbriche, con un unico fine: la tutela e il miglioramento delle condizioni di chi lavora, di chi di un lavoro ha bisogno per vivere. Oggi, anche nel nostro prospero territorio sono in tanti, come non mai, gli oltre tredicimila disoccupati e le migliaia di precari.
Ci dispiace ma noi non siamo i renziani dell’ultima ora, quelli delle cene da mille euro, quelli che banchettano inconsapevolmente con quella che si è rivelata la cupola romana o quelli che realizzano i sogni della Confindustria.
Certo, oggi ci stupisce che un partito che anche nel nome si dichiara democratico, giudichi la politica facoltà dei soliti noti o addirittura del solo PD; che sia anche per questo che l’astensione al voto nella nostra regione oltrepassa il 62%?
Semplicemente noi della Fiom pensiamo che la politica non sia proprietà privata e che oggi non basti più professarsi di sinistra per rappresentare chi vive del proprio lavoro.
Dire NO alla precarietà a tempo indeterminato significa si fare politica, perchè ci si oppone alla deriva liberista del Governo e dei partiti che lo sostengono, per affermare una nuova politica di giustizia sociale. Il problema del sindacato semmai è che negli ultimi 20 anni ha smesso di fare la propria politica delegandola ai partiti e, come si dice, dagli amici mi guardi dio che dai nemici mi guardo io.
Caro Marco stai sereno, il 28 marzo a Roma saremo in tanti, non per fare politica ma per dire NO a quella del Governo.
SEGRETERIA FIOM IMOLA
Stefano Pedini
Marzia Trugli
Sonni Monduzzi
Luca Lanzoni
Luigi Barbieri
Gianluca Cerbone