La Fiom-Cgil si prepara ad una settimana di mobilitazione, che si concluderà a Roma davanti a Palazzo Chigi l’11 e 12 dicembre, per riunificare le lotte in corso in tutto il settore metalmeccanico per la difesa del lavoro, per il blocco dei licenziamenti, per una nuova politica industriale e di investimenti anche attraverso l’intervento pubblico nel nostro Paese, contro le privatizzazioni e i piani di cessione, per il rifinanziamento ed estensione degli ammortizzatori sociali e dei contratti di solidarietà.
In Emilia Romagna lo sciopero regionale di 8 ore di tutto il settore metalmeccanico (industria e dipendenti delle aziende artigiane) è stato proclamato per giovedì 5 dicembre. I metalmeccanici intendono portare “il lavoro in piazza”, occupando piazza del Nettuno a Bologna a partire dalle ore 12 sino a notte.
La Fiom imolese sta predisponendo il pullman, che partirà alle ore 10.30 dal piazzale del River side a Imola e alle ore 10.50 dalla stazione delle corriere a Castel San Pietro, in piazza Martiri Partigiani (per prenotare i posti, tel. 0542/605611).
Il sindacato dei metalmeccanici rivendica un piano di intervento economico e sociale di carattere straordinario che permetta di scongiurare il processo di deindustrializzazione del nostro paese e la privatizzazione di pezzi fondamentali della nostra manifattura; di difendere i posti di lavoro e la tenuta sociale in una fase di ulteriore aggravamento della crisi; di creare dal basso le basi di una alternativa alle fallimentari politiche di austerità e a un modello di sviluppo sempre più in contraddizione con il benessere sociale e con la stessa democrazia.
I metalmeccanici scioperano per costruire un percorso di tutto il movimento sindacale che miri a un rifinanziamento degli ammortizzatori sociali che consenta di evitare i licenziamenti, di difendere gli insediamenti industriali e il reddito dei lavoratori dentro il processo di crisi, modificando la logica e i provvedimenti definiti in proposito dal governo Monti-Fornero; rifinanziare lo sgravio a quelle imprese che utilizzino i contratti di solidarietà, pur confermando il mantenimento del trattamento di integrazione all’80%, coniugando così lotta ai licenziamenti e taglio del costo del lavoro; aprire urgentemente una discussione relativa a interventi di politica industriale non più rimandabili, tali da garantire una ripresa degli investimenti pubblici e privati, la selezione dei comparti strategici sui quali fondare la prospettiva del nostro Paese ed, inoltre, gli interventi di difesa e di riconversione delle filiere in crisi; riprogettare in termini universali il sistema di protezione sociale, sul piano della disoccupazione e della inclusione sociale dei giovani, per evitare che due generazioni vivano una condizione sostanziale di assenza di futuro.
«Tutti i temi alla base della mobilitazione ci toccano da vicino perché la situazione è molto grave anche nel nostro territorio – afferma Stefano Pedini, segretario della Fiom imolese –. Quotidianamente si perdono posti di lavoro e aumenta il numero di disoccupati. Gli ultimi casi in ordine di tempo riguardano i 25 lavoratori della Sermec che stanno ricevendo le lettere di licenziamento, dato che il 12 dicembre terminerà la cassa integrazione straordinaria. C’è poi la CRE (Centro ricerche elettroniche) che è fallita, lasciando senza lavoro una ventina di dipendenti, di cui 7 della sede di Imola. Per loro il rischio è che scatti direttamente il licenziamento, se non si troveranno le risorse per la cassa integrazione in deroga. La preoccupazione è fortissima perché senza il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali si profila un aggravamento della condizione, già drammatica, in cui vivono molte famiglie. Per questo motivo è importante scioperare e manifestare il 5 dicembre a Bologna e partecipare al presidio che si terrà a Roma il 12 dicembre».