All’incontro di ieri, 10 aprile, convocato al Ministero dello Sviluppo economico per discutere della grave situazione del gruppo Berco, hanno partecipato anche tre delegati della Fiom di Imola. L’azienda, nella persona della dott.ssa Morselli, ha riconfermato quanto comunicato nei giorni scorsi a Confindustria e Regione: 611 esuberi, chiusura dello stabilimento di Busano Cavanese (Torino), l’esternalizzazione di attività e la rinegoziazione degli attuali accordi aziendali.
Le organizzazioni sindacali e le Istituzioni (all’incontro era presente il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani) hanno chiesto all’azienda «una svolta sulle prospettive produttive ed occupazionali del gruppo Berco, verificabile e misurabile attraverso la presentazione di un serio piano industriale da parte dell’azienda, all’interno del quale non vi siano contenuti né la chiusura di siti produttivi, né la dichiarazione di esuberi». Si chiede, inoltre, di fare chiarezza sugli assetti proprietari del gruppo a medio e lungo termine.
I sindacati hanno ribadito all’azienda di non essere disposti a subire ulteriori ristrutturazioni dopo quella attuata solo tre anni fa, nel 2010, che ha portato alla perdita di oltre 400 posti di lavoro (e alla chiusura dello stabilimento di Imola), ma di essere disponibili a individuare ammortizzatori sociali, a partire dai contratti di solidarietà, funzionali a garantire il futuro produttivo e occupazionale del gruppo Berco.
Il Ministero ha riconvocato le parti per mercoledì 17 aprile e anche a questo incontro saranno presenti i delegati della Fiom imolese.