Le dichiarazioni di ottimismo di questi giorni nel commentare un aumento del PIL nella misura di uno zero virgola ci sembrano inopportune e offensive per i lavoratori, i pensionati ma, soprattutto, per i disoccupati e i tanti giovani che stanno pagando un prezzo altissimo a causa di una crisi determinata dalle grandi speculazioni finanziarie.
Purtroppo nella classe dirigente manca la consapevolezza che, nella contrapposizione tra il capitale e il lavoro, alla fine ha vinto la finanza e lo dimostra il fatto che l’unico provvedimento messo in campo dal governo Renzi colpisce ancora una volta i lavoratori, privandoli della loro dignità, invece che promuovere l’unica leva capace di creare nuova occupazione: gli investimenti.
Come Cgil abbiamo deciso di manifestare il nostro dissenso, venerdì 22 maggio, in occasione del 45° anniversario dello Statuto dei Lavoratori che, per i nuovi assunti con il contratto dal nome ingannevole a “tutele crescenti”, non verrà più applicato nelle sue parti fondamentali, determinando un’inedita e ulteriore situazione discriminante all’interno dei luoghi di lavoro. Prossimamente presenteremo un progetto di legge per un nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori che tenga conto delle nuove situazioni lavorative e non escludiamo anche il ricorso ad una raccolta di firme per abrogare questa legge ingiusta.
A sostegno della nostra iniziativa sono state proclamate per il 22 maggio, 2 ore di sciopero territoriali alla fine di ogni turno di lavoro, per consentire la partecipazione alla manifestazione in piazza Caduti per la Libertà dove, a partire dalle ore 17, parlerà Vincenzo Colla, segretario generale della Cgil Emilia Romagna.
Il nostro Paese non vede un piano industriale da decenni e queste sono le conseguenze, piccoli e insufficienti provvedimenti che corrono dietro al contingente, all’emergenza, mentre invece dobbiamo uscire dalla logica dell’austerità, che continua a sfornare nuovi poveri, e servono piani che rilancino l’economia reale, che mettano in sicurezza i territori e il patrimonio pubblico, a partire dalle scuole.
Paolo Stefani
segretario generale Cgil Imola