La Cgil di Imola ha devoluto questa mattina 10.000 euro all’associazione “No Sprechi Onlus”, fondata da Anteas, Auser, Caritas, Croce Rossa, Santa Caterina, San Vincenzo De’ Paoli e Trama di Terre, che un anno fa ha aperto l’emporio solidale in via Lambertini, dove le famiglie che si trovano in una situazione di disagio economico possono fare la spesa e scegliere gli alimenti di cui hanno bisogno.
«Abbiamo deciso di devolvere 10 mila euro a “No Sprechi” – sottolinea Mirella Collina della segretaria della Cgil di Imola -, si tratta di una parte delle risorse accantonate in un fondo composto dalle trattenute effettuate ai dipendenti e ai funzionari in occasione di scioperi proclamati dalla Confederazione o dalle Categorie, come previsto dallo Statuto e dal regolamento interno, la cui destinazione è esclusivamente per finalità esterne. Riteniamo che in un momento di crisi così difficile, “No Sprechi” stia svolgendo un lavoro molto importante che va sostenuto».
La decisione di destinare le due somme alle Associazioni “No Sprechi” e “Udi” è stata assunta dal Comitato Direttivo del 9 marzo 2015 in piena attuazione delle prerogative previste dai regolamenti.
Il presidente dell’associazione, Bruno Faldi, ha ringraziato la Cgil imolese «sia per il valore dell’assegno, sia perché questa donazione arriva dal mondo del lavoro, che sta subendo la crisi sulla propria pelle, ma ha avuto il coraggio di non chiudersi nel proprio bisogno, ma si è mostrato solidale, al contrario di altri che evidentemente non considerano il nostro impegno importante».
Un impegno indiscutibile, che i numeri confermano. «Un anno fa abbiamo iniziato con 40 famiglie e ora riusciamo ad aiutarne 380, quindi all’incirca tra le 1.200 e le 1.300 persone». Ogni nucleo familiare deve presentare domanda ad una delle sette associazioni di volontariato che hanno creato “No Sprechi” ed avere determinati requisiti, a partire da un valore Isee sotto ad una certa soglia, che deve essere ripresentato ogni anno assieme ad una nuova domanda, proprio per verificare che le condizioni della famiglia nel frattempo non siano cambiate.
«Nel nostro emporio – aggiunge Faldi – non si usa denaro, ma una tessera punti a scalare, con la quale si fa la spesa. Gli alimenti che ci vengono forniti dal Banco Alimentare, da Coop Adriatica, dai mercati contadini, da alcuni fornai purtroppo non sono sufficienti. L’anno scorso ne abbiamo acquistati per un importo di 17.000 euro e in questi primi mesi ne abbiamo già spesi altri 5.000 euro, che ci siamo aggiudicati con il bando comunale. Ci sono poi le utente e l’affitto da pagare. Per questo motivo la donazione della Cgil è per noi estremamente importante e la spenderemo tutta in viveri».
«La crisi continua a picchiare forte, al di là di tante affermazioni non veritiere che cercano di trasmettere un ottimismo mal riposto – dichiara Paolo Stefani, segretario generale della Cgil di Imola –. Purtroppo le sofferenze continuano ad aumentare e la crisi porta le persone in difficoltà a chiudersi in un individualismo comprensibile, ma non giustificabile dal nostro punto di vista. L’esperienza di “No sprechi”, invece, mette in moto il valore della solidarietà, tipico delle associazioni e del sindacato, che va acceso e alimentato da tutti, istituzioni comprese. Per questo come Cgil vogliamo sostenere questa associazione e questo emporio solidale dove viene salvaguardata la dignità delle persone, che non ricevono un pacco dono, ma scelgono i beni primari di cui hanno estremo bisogno».
Per il vicesindaco e assessore alle Politiche sociali del Comune di Imola, Roberto Visani «l’associazione “No Sprechi” rappresenta un patrimonio per la nostra città e il gesto della Cgil di Imola sottolinea l’importanza della solidarietà nella crisi che tende ad esasperare le persone e innescare una guerra tra poveri».
La Cgil di Imola, sempre oggi, ha anche consegnato un assegno di 2.000 euro all’Udi di Imola (Unione Donne in Italia). «Riteniamo importante conservare la memoria e trasmettere alle nuove generazioni la storia delle donne, le loro battaglie per la conquista dei diritti – motiva Mirella Collina -, a maggior ragione oggi in cui i valori sembrano non essere importanti e l’apparire prevale». Tiziana Poggiali ha ringraziato a nome dell’Udi per la donazione che servirà a riordinare l’archivio storico che raccoglie la storia delle donne imolesi e sarà a disposizione della città.